I PRIMATI ESPLORATIVI DI PIAGGIA NELLA REGIONE “NIAM-NIAM” NEGATI E NASCOSTI DA PETERMANN E HEUGLIN

Questo articolo nasce prendendo spunto da alcune considerazioni del ricercatore e scrittore inglese Robert Joost Willink che esprime all’interno di una Appendice (7) del suo libro dedicato alla storia al viaggio di esplorazione di Alexandrine Tinne e Theodor von Heuglin (Willink R., The Fateful Journey: The Expedition of Alexine Tinne and Theodor von Heuglin in Sudan (1863–1864). Amsterdam University Pres, 2012).

Nell’Appendice 7 del volume analizza i testi pubblicati da August Heinrich Petermann (1822-1878) sulla sua rivista Petermanns Mittheilungen, circa i progressi compiuti nella scoperta della geografia nella regione del Bahr el Ghazal (fiume delle gazzelle) che gli europei erano così ansiosi di esplorare. Willink fa notare alcune cose interessanti a riguardo all’atteggiamento riservato nei confronti delle scoperte di Carlo Piaggia descritte per primo da Orazio Antinori.

In pratica sui testi della rivista emerge una continua critica e delegittimazione delle scoperte del Piaggia che il geografo opera, sicuramente in accordo con l’esploratore tedesco Theodor Von Heuglin (1824-1876). Questa strategia che culmina con la pubblicazione di due carte geografiche, una del 1865 e l’altra del 1869 edizione aggiornate della stessa mappa, nelle quali è riportato il percorso della spedizione Tinne-Heuglin del 1863 (di cui spiego meglio in seguito) ma sono omessi gli itinerari del Piaggia del 1863-65 nella regione del popolo Azande chiamati all’epoca Niam-Niam, area fino allora totalmente sconosciuta.

Willink suggerisce, e io concordo con lui, che nella corsa al “primato esplorativo”, tipica dell’epoca, sia stato un tentativo deliberato e consapevole di favorire i risultati che la “Prussia” con i suoi esploratori aveva raggiunto fino a quel momento in questo caso a danno del povero Piaggia la cui posizione fu inizialmente difesa solo da pochi. Questa operazione fu condotta in maniera sistematica ma alla fine ebbe poco successo perché in seguito le scoperte scientifiche e geografiche del Piaggia avranno faticosamente la meglio. Infine, nelle battute finali del suo testo che risale al 2012, bacchetta anche gli italiani che nei confronti del Piaggia a suo dire hanno prodotto poche ricerche significative destinate esclusivamente a limitati circoli di scienziati e appassionati.

Willink non poteva sapere che 5 anni (2017) dopo sarebbero usciti 2 enormi volumi costituenti una monografia enciclopedica su Carlo Piaggia e sulle sue esplorazioni, riportante integralmente tutti i testi delle sue memorie, tutte le corrispondenze, tutte le immagini e molto altro ad oggi disponibili sull’argomento. E non poteva sapere nemmeno che successivamente (2022) sarebbe uscito anche un estratto molto più agile destinato ad una maggiore divulgazione.

I primati esplorativi di Piaggia negati e nascosti

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