Il dicco basaltico di Giorgio Marinelli…

Grazie agli amici geologi della Stratex Djibuti abbiamo ritrovato il luogo esatto della collocazione di un bel dicco basaltico presente in una vecchia foto dove era ritratto il prof. Giorgio Marinelli intento ad osservarlo.

   

Il dicco basaltico nero “Marinelli” s’incunea in un grande strato di ialoclastiti di colore giallo ocra di spessore di alcune centinaia di metri prodotti da eruzioni esplosive sottomarine che hanno polverizzato le lave basaltiche in minuscoli frammenti che poi hanno subito un processo di “palagonitizzazione”.

Inizialmente l’interazione magma-acqua genera le ialoclastiti (depositi di lava frantumata in seguito al contatto con l’acqua e conseguente immediato raffreddamento e frantumazione). Poi avviene un processo di trasformazione idrotermale, la palagonitizzazione, che è dovuto all’idratazione progressiva del vetro vulcanico dopo che si è alterato  chimicamente a contatto con l’aqua di mare.

Il massiccio ialoclastitico porta il nome di Gale le Koma che in lingua Afar significa “la montagna a due colori” ed è localizzato in due porzioni precise: una che caratterizza i bordi sud occidentali del limite della piana del lago Assal; l’altra ancora piu a sud nell’area di Garableya.

Nella porzione vicina al lago il massiccio ialoclastitico molto friabile ed erodibile è ricoperto da colate basalti mentre nella porzione di Garableya invece ricoperto da scorie nere; entrambe queste coperture a tetto hanno parzialmente protetto gli strati ialoclastitici dall’erosione.

Nell’area numerosi dicchi basaltici come quello “Marinelli” attraversano questa grande massa di ialoclastiti e hanno alimentato le bocche esplosive dove sì è prodotta la polverizzazione della lava che ha trasformato il magma basaltico in vetro basaltico argillizzato. Normalmente rettilinei, questi dicchi hanno direzioni e pendenze e spessori variabili. Possono passare da 2 a 5 metri di spessore nello stesso dicco che poi, andando verso l’alto, possono anche formare un boudinage e formare delle strutture a pillows isolate.

  

Le pareti dei dicchi sono tagliate in blocchi, alla stessa maniera delle colate sottomarine che generano formazioni a pillows, che variano generalmente da 5 a 15 cm. L’irregolarità di questi piccoli blocchi contrasta con la regolarità di quelli delle colate sottomarine.

Dall’osservazione ravvicinata del dicco Marinelli si vede uno strato vetroso da 1 a 2 centimetri di spessore marca il contatto tra la lava del dicco e la ialoclastite incassante. Questo può essere nero e lucente o aver subito il processo di palagonitizzazione che lo rende invece bruno e opaco. Al contatto del magma del dicco la ialoclastite non sembra avere subito effetti termici. Probabilmente la quantità d’acqua che impregnava i sedimenti è stata sufficiente ad evitare un forte rialzo termico durante l’intrusione del dicco.

La parte interna del dicco è tagliata orizzontalmente in poligoni molto simili a quelli delle lave a blocchi anche e di dimensioni più piccole.

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