Attrezzatura alpinistica

In questa spedizione abbiamo dovuto confrontarci con varie problematiche di tipo alpinistico. La discesa all’interno del vulcano Erta Ale, presentava notevolissime difficoltà tecniche. Per risolvere questo tipo di problemi abbiamo deciso di avvalerci della collaborazione di un professionista della montagna, Paolo Pieroni, guida alpina della Valle D’Aosta. In molti si sono avvalsi della sua esperienza e del suo lavoro: soprattutto i vulcanologi che per raggiungere il fondo del cratere, altrimenti inaccessibile, si sono calati con particolari accorgimenti tecnici. Molti dei risultati ottenuti in questa spedizione, sia in campo scientifico che in campo documentaristico, sono dipesi dalla sua preziosa collaborazione.

Note tecniche

Per la discesa e risalita nel/dal cratere è stato usato un “palo pescante” (della ditta Kong di Udine), che è uno strumento usato principalmente negli interventi di soccorso alpino e speleologico. Questo strumento è costituito da un tubo cilindrico in alluminio e titanio, di lunghezza 2,90 m. e del peso di 7 Kg, diviso in due parti, munito di 3 pulegge sull’estremità superiore, e di un cardine sferico sull’estremità inferiore, che serve da piede di appoggio e consente un facile posizionamento.

    

Questo braccio metallico, è munito di un verricello manuale del peso di 8,5 Kg. a due velocità che permette ad una persona sola di recuperare un peso sino a 200 Kg. Questo strumento, consente di calare e recuperare una persona mantenendo la corda di calata ad una certa distanza dalla parete variabile fino ad un massimo di due metri. Questo accorgimento tecnico era per noi molto utile in quanto sapevamo che le pareti del cratere erano, oltre che verticali, molto friabili. L’incognita della presenza di gas tossici all’interno del cratere imponeva inoltre una ulteriore condizione di sicurezza che potevamo avere solo con questo tipo di attrezzatura.

I punti di ancoraggio per sospendere il Palo Pescante sono stati raddoppiati in quanto la roccia di consistenza lavica era molto fragile. La regolazione dell’inclinazione è stata fatta usando due funi di tipo statico (inestensibili, fornite dalla ditta Armare), allestite con paranchi autobloccanti (paranco di Poldo). Abbiamo usato una fune di calata anch’essa di tipo statico di 10,5 mm di diametro a doppia calza per garantire una maggior resistenza alle temperature elevate. L’imbracatura usata era di tipo ergonomico completa, i moschettoni usati erano di tipo a ghiera in lega di alluminio, il casco da montagna con calotta in policarbonato omologato UIIA. La calata, di 55 metri è stata fatta usando il tamburo del verricello e una seconda sicurezza (nodo auto bloccante) a monte di questo. La risalita inizialmente tentata autonomamente, con maniglie bloccanti per progressione su corda fissa, si è rivelata subito quasi impossibile per il caldo, si è provveduto appunto al recupero dall’alto con l’uso del verricello, ed è stata completata in circa 20 minuti.

  

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