A seguito dei tragici fatti di sangue, che il 17 gennaio 2012 hanno riguardato la Dancalia ed in particolare il vulcano Erta Ale, e soprattutto dopo l’uscita di alcuni articoli di giornali locali e nazionali che riportavano, con molte imprecisioni ed errori d’interpretazione, le vicissitudini del nostro gruppo di spedizione scampato all’attacco, mi sono deciso allora a scrivere questa breve relazione schematica e precisa su come davvero si sono svolti i fatti di cui siamo diventati inconsapevoli e fortunati protagonisti.
1 – Per una mia fortunata decisione all’ ultimo momento di cambiare il programma invece di essere sul vulcano Erta Ale con gli altri poveri sventurati eravamo a Dallol ad effettuare campionamenti geochimici delle acque per l’università di Firenze. Il cambio di programma lo ho comunicato via email il giorno 10 gennaio 2012 a mia moglie Silvia (note e altre news) prima di partire e lei lo hai inoltrato a tutti i partecipanti:
<< Caro gruppo di esploratori pronti per la partenza? Vi invio i saluti di Luca che mi ha chiamata stamani da Addis Abeba. Il viaggio è andato a buon fine, lui adesso sta organizzando sul posto per il nostro arrivo ed è riuscito ad ottenere di soggiornare ungiorno in più nella nostra amata meta di viaggio, la Dancalia, eliminando così la notte al Gherarta Lodge, dalla terra Dancala rientreremo direttamente ad Addis Abeba. Altra piccola variazione, per evitare chilometri di solo trasferimento, è che andremo prima a Dallol e poi faremo la salita all’Erta Ale. Con la presente desidero ricordare a voi tutti che il Visto di ingresso che faremo una volta sbarcati in aeroporto ad Addis Abeba, ha il costo di 17 Euro (è pertanto importante presentarsi con i soldi contati oppure con 20 euro, per evitare il problema dei resti a tagli più elevati di banconote). Dopo avere acquisito il VISTO di ingresso ed aver espletato le formalità dei controlli di polizia, non rimarrà tempo sufficiente per disperdersi nell’aeroporto né tanto meno uscire. Ci dirigeremo subito c/o i domestic flights per proseguire nel nostro viaggio. Un caro saluto a tutti e a presto. Silvia >>
Poi anche sulla pagina apposita di Facebook due giorni dopo 12 gennaio ho confermato il cambio di programma :
<< Il fattore Africa colpisce inesorabilmente la spedizione: piccoli e grandi inconvenienti che ci costringono a cambiare un pò i programmi. Quindi partecipanti Dancalia abituatevi all’idea delle difficoltà e dei cambiamenti. Pero ho trovato soluzioni migliori che ci permetteranno di `godere` un giorno in più di Dancalia >>
La mia decisione di cambiare programma e stata dettata dalla volontà:
1 – di non trovarmi sul vulcano con molti altri gruppi di turisti “estremi” che in quel preciso periodo dell’anno sono presenti nell’area e sul vulcano per ammirare il lago di lava.
2 – ma soprattutto perché ero venuto a sapere al Congresso internazionale di geologia di Addis Abeba che proprio in quei giorni previsti dal nostro programma originale riportato sul sito www.dancalia.it sarebbe anche stato organizzato un fieldtrip con un grosso gruppo di geologi-congressisti.
http://www.see.leeds.ac.uk/afar/new-afar/conference/erta-ale-fieldtrip.html
http://www.dancalia.it/spedizioni/x-geologi/
Quindi per paura di trovare 50\100 persone sul vulcano ho deciso di cambiare il programma … ed e stato solo quel fattore a determinare che non ci trovassimo sul vulcano al momento dell’attacco … fortuna, chiamiamola come vogliamo….
Giorno 17 gennaio 2012
2 – Il giorno 17 da Amhed Ela villaggio Afar vicino a Dallol siamo partiti verso sud per raggiungere l area da dove iniziare a scalare il vulcano. Dopo una tappa nell oasi di Waideddo ci siamo diretti al villaggio di Kosrawad.
3 – Poco prima di entrare nel villaggio di Kosrawad siamo stati fermati da una pattuglia militare che ci ha scortato all’ interno di una struttura in muratura adibita a comando delle forze dell’ esercito etiopico inviate sul posto.
Breve filmato effettuato durante il fermo
4 – Arrivati nella struttura alle 13,00 circa sono stato messo al corrente dal capitano dell’esercito dell’aggressione ai turisti con morti feriti e rapiti. L’aggressione era avvenuta sulla vetta del vulcano poche ore prima, all’alba, alle 05.00.
5 – Siamo stati trattenuti fino alle 15,30 e il capitano voleva requisire le nostre auto per inviare altri soldati sul vulcano dove stavano cercando di catturare gli aggressori. Dopo un po’ di trattative sono riuscito a convincerlo a lasciarci andare
6 – Ho deciso di proseguire verso il lago Afrera ancora più a sud invece di tornare indietro perche itinerario più sicuro in aree ben controllate. Prima pero ci siamo fermati brevemente nel villaggio a raccogliere informazioni e ho saputo che c’erano altri due italiani con un altro gruppo fermi in un altro posto li vicino.
7 – Raggiunto il posto ho preso nomi e dati di due geologhe italiane, Carolina Pagli e Sara Mana, che erano in un gruppo di geologi internazionali che avevano partecipato alla conferenza di Addis Abeba e dovevano salire sul vulcano accompagnati dal geologo etiopico Jemal Ibrahim Seid. Aall’interno del gruppo erano presenti il geologo australiano Peter Purcel che mi ha riconosciuto e mi è venuto incontro a presentarsi, la geologa australiana Frances Williams dell’University of Adelaide, il geologo americano John Sinton della University of Hawai‘i, ed un altra dozzina di altri geologi .
8 – Durante tragitto per raggiungere lago Afrera veloce ho chiamato col telefono satellitare e agenzie Modern Viaggi tour operator in Italia e Medir Tour ad Addis Abeba perchè fossero informate dell’accaduto, delle nostre condizioni di totale incolumità, in modo che, se le notizie allarmanti fossero velocemente arrivate in Italia, avrebbero potuto rispondere ad eventuali richieste e domande.
9 – Raggiunto lago Afrera in tarda sera col telefono satellitare ogni partecipante del gruppo a chiamato casa per rassicurare sulla nostra situazione, stato di salute e localizzazione. Tentativo fallito di telefonata all’ambasciatore. Ci siamo accampati sulle rive del lago Afrera dove abbiamo pernottato.
Giorno 18 gennaio 2012: lago Afrera
12 – La mattina presto telefonata diretta all’ambasciatore per informarlo sull’incolumità del nostro gruppo e sulla presenza di altri due italiani nell’area, oltre a fornire notizie prese sul posto sui morti feriti e rapiti.
Scampato pericolo dell’aggressione, ed avvertiti i familiari a casa e le autorità, in quei giorni ci ha dato molti più problemi la situazione sanitaria: su 21 partecipanti solo 2\3 sono rimasti indenni da diarrea, crampi, febbri alte che a turno hanno falcidiato la spedizione costringendo il bravo medico della spedizione (prof. Claudio Fucini) ad realizzare un vero ospedale da campo sulle rive del lago Afrera…. meno male che avevamo un rifornitissimo zaino medico che è stato pienamente utilizzato ….. Il giorno 18 è trascorso nell’area dell’Afrera a curare i malati e a fare piccoli sopralluoghi.
Giorno 19 gennaio 2012: lago Afrera – Macallè
Vista la situazione sanitaria molto precaria, ho deciso di evitare di rientrare ad Addis Abeba seguendo la strada che dal lago Afrera raggiunge a sud Auasc. Questo avrebbe comportato ancora 2 giorni di Dancalia e di trasferimenti in fuoristrada. Informato dagli autisti della possibilità di tagliare direttamente verso Macallè percorrendo una pista molto accidentata (che proprio in quel periodo viene lavorata da società cinesi per trasformarla in una nuova strada) ho deciso di raggiungere l’altopiano. In un lungo giorno di trasferimento, passando da Ererti e facendo tappa ad Abu Ala siamo giunti a sera a Macallè. Col fresco e un hotel a disposizione per la notte la situazione è migliorata ed il giorno dopo, anche se un po’ malconci, i componenti della spedizione hanno preso l’aereo (come da programma originario) per raggiungere Addis Abeba.
Breve filmato effettuato duranti il tragitto da Afrera a Macallè
Il giorno 20 gennaio il gruppo ha preso un volo alle ore 17 per Addis Abeba ed è partito per l’Italia la notte del giorno 21 gennaio (22 gennaio). Io con 3 componenti mi sono trattenuto ad Addis Abeba un’altra settimana.
Il giorno 22 gennaio, nel pomeriggio, sono andato in Ambasciata d’Italia a relazionare, direttamente all’ambasciatore Renzo Rosso, in dettaglio tutte le notizie raccolte sul posto, a consegnare le carte e i plastici sulla Dancalia utile supporto per capire meglio l’area dove si sono svolti i fatti.
Il 25 gennaio, su invito dell’ambasciatore Rosso, ho tenuto una conferenza sull’esplorazione italiana della Dancalia presso la sede dell’Istituto Italiano di Cultura in Addis Abeba.
( Commemorazione vittime ungheresi ) Erta Ale, 4 gennaio 2018
Durante il viaggio\spedizione del gennaio 2018, sul vulcano Erta Ale, ho incontrato parenti ed amici delle due sfortunate vittime ungheresi dell’attacco del 17 gennaio 2012 che posizionavano sul bordo della caldera (all’inizio del ripido sentiero che porta all’interno della stessa) una targa commemorativa, alcune fotografie e lumi accesi.